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Convenzione di Instanbul: cos’è e perché è così importante
La Convenzione di Istanbul, istituita nel maggio del 2011, è la prima Convenzione in Europa attuata per contrastare, prevenire e sconfiggere la violenza di genere. Intesa come una violazione dei diritti umani. La Convenzione è un trattato vincolante per tutelare ogni forma di discriminazione; si riferisce a tutti gli atti di violazione di genere che determinano un danno fisico, psicologico, sessuale o economico comprese le minacce di tali atti come la coercizione o la privazione arbitraria della libertà sia nella vita pubblica che in quella privata e qualsiasi atto profondamente traumatizzante.
LA STORIA DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
In risposta a diversi studi ed indagini nazionali che hanno rivelato un’alta percentuale della violenza domestica e di genere, Il Consiglio d’Europa, a partire dagli anni ‘90, ha intrapreso una serie di iniziative per promuovere la protezione delle donne, adottando una serie di risoluzioni e raccomandazioni come norme vincolanti per prevenire, proteggere e perseguire le forme più gravi e diffuse di violenza di genere. Si è fatta evidente la necessità di norme giuridiche armonizzate per garantire che le vittime beneficino dello stesso livello di protezione in tutta l’Europa. Maggiore volontà politica di agire: i ministri della giustizia dei paesi membri del Consiglio d’Europa hanno iniziato a discutere la necessità di rafforzare la protezione contro la violenza domestica, in particolare la violenza tra partner intimi. Assumendo il suo ruolo guida nella protezione dei diritti umani, il Consiglio d’Europa ha deciso che era necessario stabilire standard globali per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica. Nel dicembre 2008, il Comitato dei Ministri ha istituito un gruppo di esperti incaricato di preparare un progetto di convenzione in questo settore. Nel corso di poco più di due anni, questo gruppo, denominato CAHVIO (Comitato ad hoc per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica), ha elaborato un progetto di testo. Ha ultimato la bozza della convenzione nel dicembre 2010. La convenzione è stata adottata dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011. È stato aperto alla firma l’11 maggio 2011 in occasione della 121a sessione del Comitato dei Ministri a Istanbul, che fu il primo paese a retificarla, e dopo la decima ratifica da parte di Andorra il 22 aprile 2014, è entrato in vigore il 1o agosto 2014.
I QUATTRO PILASTRI DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
La Convenzione si basa su quattro pilastri: Prevenire sensibilizzando le persone a porre una maggiore attenzione alle problematiche culturali che portano alla violenza di genere. Introdurre nei programmi di insegnamento argomenti sul tema dell’uguaglianza di genere, capovolgendo gli stereotipi di ruolo che rendono giustificabile qualsiasi atteggiamento che possa riportare ad una forma di violenza.
Proteggere le vittime attraverso strutture speciali di protezione, fornendo un assistenza sia sul piano medico che psicologico gratuito ed accessibile 24 ore su 24. Perseguire, attraverso l’aspetto giuridico e penale, ogni persona che ha compiuto un atto di violenza di genere. Ogni Stato che aderisce alla Convenzione ha l’obbligo di supportare le vittime garantedo che la violenza sia debitamente punita e non giustificando attraverso l’aspetto culturale, sociale nessun atto che rispecchi qualsiasi forma di violenza, garantendo che i servizi delle forze dell’ordine, incaricati di fare rispettare la legge, diano una risposta immediata alle richieste di assistenza. Politiche Integrate Ogni istituzione garantisce l’impegno preso delle misure citate dalla Convenzione assumendosene la responsabilià.
PAESI FIRMATARI
Nel 2024, la Convenzione di Istanbul, è ratificata da 38 Stati membri. Tra questi figurano la maggior parte dei paesi europei, tra cui l’Italia, Francia, Germania e molti altri. A partire dall’ottobre 2023, anche l’Unione Europea è diventata ufficialmente una parte della Convenzione, segnando un ulteriore passo avanti nella lotta contro la violenza di genere a livello continentale. Tuttavia, nonostante il suo successo, alcuni paesi hanno ritirato la loro ratifica, come la Turchia, che si è ritirata nel 2021, suscitando ampie critiche internazionali