Wayuu, un popolo in lotta per la sopravvivenza

Il popolo Wayuu ha trovato nel territorio arido e impervio de La Guajira le condizioni favorevoli per sviluppare la propria economia basata sulla pesca e sulla pastorizia. La loro lingua ufficiale, Wayuunaiki e ad oggi, è tra le poche etnie latino-americane che hanno saputo evitare l’acculturazione europea nel corso dei secoli rimanendo il gruppo indigeno più numeroso della Colombia con oltre 380.000. Discriminati ed esclusi sia dal governo colombiano che venezuelano, ognuno dei quali ha cercato di non adempiere ai propri doveri, ogni comunità si è libera sia dalla legge Colombiana che da quella Venezuelana creandone una propria. l palabrero (pütchipü), riconosciuto dall’UNESCO come parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità, è il mediatore incaricato di risolvere le controversie all’interno delle varie comunità. Il loro compito è di diffondere con un messaggio di pace, neutralità e armonia le controversie.

La loro situazione attuale è molto critica, tanto che diverse ONG sono intervenute sul campo senza realmente cambiare la situazione. La presenza di imprese di estrazione mineraria, Il riscaldamento globale e il fenomeno del Niño e la situazione politica in Venezuela che li ha costretti a vivere nella parte colombiana della Guajira, hanno danneggiato la capacità delle tribù di continuare al loro sostentamento attraverso un’agricoltura sostenibile ed i sussidi governativi non bastano per sopperire al sostentamento della popolazione causando un aumento del tasso di malnutrizione, specialmente nei bambini.

Con l’accrescere delle siccità colture e animali continuano a morire di disidratazione e la presenza sempre più radicata di imprese minearie che sottraggono l’acqua, la mancanza di infrastrutture adeguate nella zona ha eliminato l’accesso all’acqua potebile nella zona. La malnutrizione e la mancanza di acqua non sono l’unico problema che le comunità hanno oggi. In passato, gli uomini lavoravano con la terra attraverso l’agricoltura e l’allevamento, cosa che ora non è possibile e quindi spesso, conoscendo solo la lingua nativa e non lo spagnolo rimangono isolati e senza lavoro. Ciò ha causato una serie di problemi tra cui l’abuso di alcol aumentando il tasso di violenza domestica, il ricorso a crimini graziosi, blocchi stradali, e una percentuale sempre più alta di bambini che non frequentano la scuola. A causa di tutte queste situazioni, è sempre più diffuso nella società moderna il pensiero che la tribù Wayuu è un peso morto della società.

donna del popolo Wayuu
©Giada Malagoli Minutiello | 2024

WAYUU, I FIGLI DEL SOLE E DELLA LUNA TRA MITO E TRADIZIONI

Conosciuti come la gente del sole, della sabbia e del vento, che attraverso il sogno, connette la propria anima con la madre terra: Maleiwa, i Wayuu sono divisi in caste o clan.  I clan, che sono all’incirca 30, si distinguono in base al proprio animale totemico e attraverso il raggruppamento di famiglie e rancherias che da tradizione derivano tutte dalla linea sanguigna materna.  Costituiscono la più grande struttura sociale e sono formati e associati tra loro attraverso diversi tipi di alleanze, come cerimonie di matrimonio e sepolura, momenti sacri in cui si manifestano I beni, le doti e debiti pagati. Le capre, in particolare, sono un importante simbolo di status nonché una forma di cambio di valuta durante queste cerimonie.

Il ruolo della donna è fondamentale ed è per questo motivo che viene definita come una società matrilineare, in cui il prestigio della donna è strettamente legato alla procreazione, conferendole il potere di garantire la continuità e la permanenza alla vita, oltre ad avere il diritto della linea sanguinea sui figli.

IL RITO FUNEBRE

Nel ciclo funebre, la cultura riflette il concetto del legame tra la vita e la morte, l’importanza del transito e della trasformazione dell’anima. Si crede che, quando un membro di un clan o di casta muoia, il suo spirito viaggerà verso Gepirra (Cabo de la Vela), e la sua anima andrà verso il mare, pronta per iniziare il viaggio nell’oltremondo.

Il rito del funerale Wayuu si divide in due fasi che corrispondono alla morte in due tappe. La morte fisica come separazione dello spirito dal corpo e, poi, la “seconda morte”, quando l’anima scompare definitivamente nell’oblio, quando nessuno ricorda più quella persona. Sebbene il secondo funerale e l’oblio non coincidano temporalmente, condividono un significato sociale importante: entrambi riguardano la scomparsa dell’individualità in una dimensione collettiva.

Dal punto di vista sociale, i rituali funebri hanno un significato cruciale, con la famiglia chiamata a dimostrare generosità, ospitalità e amicizia verso la comunità. Dopo un periodo che va da due a dieci anni, si svolge il secondo funerale. Le ossa vengono esumate, lavate e, dopo una veglia di nove notti a cui partecipa solo il nucleo familiare stretto, vengono trasferite al cimitero del clan matrilineare. Questo luogo assume un’importanza fondamentale, simboleggiando il legame tra il clan e il territorio, attestandone la proprietà.

L’ENTIERRO

Nonostante il popolo Wayuu, sia uno dei pochi popoli indigeni che accetta I “meticci”, ed è una delle motivazioni per cui questa tribù è tra le più popolose di tutta la Colombia, è ancora molto praticato soprattutto nelle aree più remote un rituale chiamato entierro, ossia l’iniziazione delle ragazze alla vita adulta. Il rituale, prende vita alla prima mestruazione della ragazza. Una volta accertato il mestruo, la ragazza viene isolata per un anno intero in una capanna dove solo la nonna potrà farle visita accertandosi che, durante il suo anno di solitudine, la ragazza apprenda l’arte della tessitura a mano, imparando a cucinare e manifestando desideri di vita e sentimenti attraverso la simbologia culturale. Una volta trascorso l’anno di isolamento, avviene il suo rientro in società. Il suo viso viene dipinto per segnare il passaggio allo status di donna adulta. La famiglia presenta la ragazza organizzando una festa, dove i pretendenti possono avanzare le proprie richieste, ma solo lo zio materno ha il diritto di decidere sul destino della ragazza.

Giada Malagoli Minutiello
Giada Malagoli Minutiello

Fotografa, viaggiatrice solitaria e appassionata di diritti umani. Attraverso le mie foto e le mie parole, racconto le discriminazioni nel mondo per far luce su realtà nascoste nella speranza di sensibilizzare e promuovere un cambiamento sociale.